I contenuti generati dall’AI si stanno sempre di più diffondendo in ogni campo: testi, video, musica, racconti… Diventa sempre più difficile riconoscere contenuti creati “alla vecchia maniera“.
Vediamo quali sono i timori che maggiormente ci accompagnano.
Il timore dei contenuti generati dall’AI genera anche professionisti arrabbiati e insicuri
Persone ed esperti si sentono presi in giro, sembra che non riescano più a fare il loro lavoro di critici, di insegnanti o di artisti essi stessi.
Per questo motivo additano coloro che utilizzano queste forme di tecnologia generativa di mancanza di creatività o addirittura di plagio.
Mentre una volta si studiava e riconosceva un’opera d’arte originale, per trovare la bellezza in un nuovo racconto, per studiare l’armonia delle note in una musica, oggi chi lavora nel mondo della critica incontra diverse difficoltà. Vivono la sindrome dell’impostore non credendosi più capaci di valutare con competenza (o piuttosto era prima che sbagliavano, quando erano convinti di saper valutare con competenza e invece non lo erano, ingabbiati nell’effetto Dunning-Kruger)
Anche la componente legislativa non è ancora di sufficiente aiuto.
Mancano le leggi e gli regolamenti che mettano un contorno normativo all’uso delle nuove tecnologie.
I big delle immagini e il timore dei contenuti generati
La notizia che servizi di vendita di banche immagini, le cosiddette stock images, hanno iniziato la loro battaglia contro i sistemi generativi delle immagini come Imagen e Dall-e.
Nel dubbio Getty Images, uno dei più famosi servizi di vendita di illustrazioni e fotografie per l’uso aziendale professionale, ha deciso di escludere dal proprio catalogo le immagini generate con sistemi di intelligenza artificiale.
Il rischio che più preoccupa l’azienda sono gli aspetti legali dei contenuti rispetto ai diritti di sfruttamento, copyright, di queste immagini. D’altra parte anche generare immagini, generare testo o musica, o qualsiasi altra cosa, richiede una competenza specifica dello strumento. Ci vuole la capacità creativa di leggere nel testo quello che sarà poi l’output dell’immagine.
I campi di applicazione
La generazione di voci per il gaming
Il tutto non si ferma naturalmente qui chiudo gli sviluppatori Ninja Theory, nel mondo del gaming, hanno utilizzato voci sintetiche, tecnologia quindi di Text-to-Speech e sviluppare la serie Hellblade.
Le voci dei personaggi, invece di essere interpretate dato voi, sono generate da macchina che leggono i dialoghi. Gli sviluppatori dell’azienda hanno dichiarato di non voler sostituire gli attori reali. Il loro intento è di utilizzare l’intelligenza artificiale come un sistema di place holder, per analizzare l’intero flusso narrativo prima che questo venga effettivamente recitato.
L’obiettivo è l’efficienza e naturalmente il miglioramento dei processi e degli investimenti.
Non più decine di revisioni ma un’unica e mirata sessione di registrazione con gli attori veri.
La generazione di video
L’utilizzo dell’intelligenza artificiale, dopo aver fatto scalpore nei mesi estivi con il rilascio dei modelli generativi delle immagini sta adesso spopolando sul tema ancora più complesso dei video.
Forse bisognava aspettarselo, d’altra parte un video non è altro che una sequenza di immagini che creano un’animazione. Già oggi siamo in grado di generare un piccolo video da immagini poste in sequenza, i cartoni animati, le gif animate, ne sono un esempio ed era logico pensare quale sarebbe stato il passaggio successivo alla generazione delle immagini. Ed è così che ci ritroviamo oggi i nuovi servizi ,di meta e di Google e di OpenAI, in gara per chi produce l’algoritmo migliore.
Premi vinti da artisti dell’AI
Di fatto la tecnologia generativa ha già iniziato a trovare ampi campi di applicazione.
Recentemente Glenn Marshall ha vinto il Festival del Cortometraggio di Cannes con un film generato dall’intelligenza artificiale. Ha usato CLIP, un servizio di OpenAI.
Jason Allen vince il primo premio al concorso artistico della Colorado State Fair. Ha usato Midjourney per generare un’opera d’arte. Ha usato l’AI certo, ma ci ha messo 80 ore per valutare tutti i parametri e generare quell’opera.
Si può davvero dire che non sia arte?