L’intelligenza artificiale (AI) e le tecnologie digitali stanno rivoluzionando il mondo dell’arte e della cultura. In una recente intervista con Simone Arcagni, professore universitario e consulente per musei ed enti culturali, abbiamo approfondito il ruolo dell’AI nel mondo dell’arte e come questo ha portato a un nuovo dialogo tra artisti e tecnologie avanzate.
L’intelligenza artificiale nel mondo dell’arte: intervista con Simone Arcagni per la rubrica hAI mAI OSATO.
Oltre a essere uno dei più famosi esperti accademici sulle nuove tecnologie, Simone è anche direttore scientifico dell’OnLive Campus, una tre giorni di performance artistiche e culturali, musica, danza, teatro, commiste a tecnologia applicata all’arte. Il festival, organizzato dalla Fondazione Piemonte dal Vivo, ha dimostrato come la tecnologia può migliorare l’esperienza sensoriale di una performance artistica. Il festival ha riunito artisti, tecnologi, istituzioni e aziende per discutere del futuro dello spettacolo dal vivo e delle sue relazioni con le nuove tecnologie come la realtà virtuale, l’AI e il cloud live streaming.
Secondo Simone, le tecnologie avanzate sono fondamentali per il dialogo tra le istituzioni culturali, le aziende tecnologiche e gli artisti. Il festival ha offerto un’opportunità per mettere in discussione il ruolo dell’AI nell’arte e come essa può essere utilizzata in modo creativo.
L’AI non rappresenta solo un’opportunità per la produzione di immagini e testi, ma può anche aumentare l’esperienza sensoriale dell’evento artistico, migliorando la qualità del suono e delle immagini, o creando nuove forme di interazione tra artisti e pubblico.
La tecnologia può davvero dunque offrire nuove possibilità per l’arte e la cultura, creando un ponte tra il mondo digitale e quello artistico. Grazie alla collaborazione tra artisti, tecnologi e istituzioni, il dialogo tra l’arte e le nuove tecnologie si sta evolvendo, aprendo nuovi orizzonti per la creatività.
La tecnologia dell’AI e la cultura: una riflessione sul diritto d’identità e d’autore
Abbiamo detto che l’AI e le tecnologie digitali stanno trasformando il mondo dell’arte, offrendo nuove possibilità per la creatività e la produzione artistica.
In questi giorni però, molti attori e autori doppiatori stanno sollevando il problema dell’abuso dell’identità vocale nelle intelligenze artificiali generative. Non si tratta solo di questo naturalmente, ci sono altre questioni importanti, come il diritto d’identità e d’autore, che devono essere prese in considerazione quando si tratta di intelligenza artificiale e cultura.
Qualche esempio? Non dimentichiamo i deepfake, ovvero l’uso di software per creare video falsi e ingannare le persone, già avvenuto nel caso di alcune attrici famose, tra cui Scarlett Johansson. In questi casi, l’identità viene rubata e utilizzata in modo inappropriato per far credere che l’artista avesse partecipato a film mai recitati.
Ma l’intelligenza artificiale è molto di più di questo. La tecnologia ha alle spalle anni di ricerca e sviluppo con reti neurali e machine learning.
Simone ha citato ad esempio il libro “Golem” di Stanislaw Lem, uno dei maggiori autori di fantascienza. Qui viene immaginata un’intelligenza artificiale che prende vita propria e che viene utilizzata per realizzare conferenze per le università americane. Il libro invita a riflettere sulla convivenza con intelligenze artificiali, che risentono della nostra memoria e delle nostre influenze, ma che non sono noi.
Dice Simone parlando del libro:
“non potete chiedergli coerenza perché la coerenza non fa parte delle sue caratteristiche, se non perché gli è stata data come sistema logico di coerenza”.
Simone Arcagni
AI, cultura e conflittualità: la necessità di trovare una sintesi
La tecnologia è inarrestabile, ma la creazione di un quadro normativo che regolamenti l’uso dei nuovi elementi è indispensabile per evitare conflitti. Questo è il parere di alcuni esperti, secondo i quali la conflittualità è fondamentale per l’evoluzione delle società aperte e democratiche.
Con Simone concordiamo dunque sulla necessità di trovare una sintesi tra la tecnologia e la conflittualità. La conflittualità è una caratteristica umana che spinge le persone a cercare il confronto e a trovare delle soluzioni ai problemi. Da qui l’importanza di un quadro normativo che regoli l’uso dei nuovi elementi, per evitare che la pressione del lavoro possa portare le persone a utilizzarli in modo non adeguato.
Non dimentichiamo però l’importanza della conflittualità per l’evoluzione delle società. Secondo Simone, ad esempio, la conflittualità non è necessariamente un atto di violenza, ma una dialettica che si instaura nella società quando questa viene attraversata da cambiamenti, sia micro che macro. Questi cambiamenti portano a elaborazioni continue e a prese di posizione, che sono fondamentali per lo sviluppo delle società.
Parlando di conflittualità dialettica Simone fa l’esempio di “I viaggi di Gulliver” di Jonathan Swift, come uno dei primi libri in cui si compare quello che oggi chiameremmo ChatGPT. Quando arriva nella società regolata dalle leggi matematiche Gulliver scopre che una delle macchine che usano è una macchina che con delle istruzioni (oggi li chiameremmo prompt) genera testi letterari. ChatGPT appunto. Una presa in giro di Leibniz, sostiene Simone, che Swift riteneva eccessivamente fiducioso nella matematica e nei suoi potenziali tanto da produrre testi creativi. Oggi cosa direbbe Swift?
Un altro esempio più moderno di rielaborazione del testo con una macchina è il racconto “Il versificatore” di Primo Levi. Il protagonista crea testi su commissione, sulla base di specifici eventi: matrimonio, nascita, funerale. A ciascuno la sua poesia personalizzata.
Oggi le chiameremmo categorie. Prompt e ChatGPT o GPT-3. Un uso utile della tecnologia, utilizzata in modo appropriato per velocizzare un lavoro ripetitivo.
Sicuro è un fatto: non si può tornare indietro rispetto all’evoluzione tecnologica, è necessario trovare un modo per integrarla nella società in modo armonioso. Questo richiede la creazione di un quadro normativo adeguato e la conflittualità, intesa come dialettica e confronto, per trovare soluzioni che siano positive per tutti.
Conclusioni
La tecnologia dell’intelligenza artificiale è sempre più presente nella nostra vita e nella nostra cultura, e non dobbiamo sottovalutarne l’impatto. È importante riflettere su come possiamo utilizzarla in modo responsabile e rispettoso dei diritti delle persone
In sintesi, la tecnologia è inarrestabile e la conflittualità è una caratteristica umana fondamentale per lo sviluppo delle società aperte e democratiche. Tuttavia, è importante trovare un modo per integrare la tecnologia nella società in modo armonioso, utilizzando un quadro normativo adeguato e la conflittualità come dialettica e confronto costruttivo. Solo così si potrà ottenere una sintesi tra tecnologia e società.
In definitiva, l’intelligenza artificiale è uno strumento potente e innovativo che può aiutare l’umanità a raggiungere grandi obiettivi, ma che richiede una comprensione culturale per poter essere utilizzata in modo efficace e sicuro.