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Essere un TED speaker

Che esperienza essere un TED Speaker!

Eccoci, è finita. vedi? Facce sorridenti, cuori sollevati.

Il giorno è finito. È stato il giorno del nostro primo TEDx come speaker. Tutti emozionati, tesi, eppure in fibrillazione.

Chissà come il pubblico reagirà. Chissà se quello che ho da dire piacerà. Chissà se sarò capace di trasmettere quello che sento.

Mille le domande nei mesi di preparazione ed eccomi.

Da qui inizia quello che sicuramente non vuol dire essere un TEDx speaker.

Cosa NON vuol dire essere un TED speaker

Non è affrontare superficialmente quel momento. Né recitare.

Non è però nemmeno affidarsi alla letteratura che spiega la tecnica ma non la realtà dell’emozione. Puoi pensare di aver affrontato tanti tipi di pubblico nella tua carriera.

Nessuno è come quello del TED. L’intento, la comunicazione, il contesto. Tutto è diverso.

Quando prepari una lezione o uno speech di formazione hai in mente di dover in qualche modo insegnare qualcosa, trasferire un sapere.

Quando incontri qualcuno per parlare della tua attività professionale in qualche modo devi saper “vendere” quello che fai.

Per citare l’amico Paolo Pugni,

il mestiere più antico del mondo è quello del venditore ma lascia sempre un sapore di sospetto.Paolo Pugni, TEDx Legnano 2019

Eppure, quando si parla del proprio lavoro, essere un po’ venditori è inevitabile.

Per questo parlare a un TEDx è diverso. L’intento non è formativo, non è di vendita e nemmeno di intrattenimento. Quello che conta è un trasferimento, di cuore e pensiero. Farlo, dirlo, viverlo non è facile perché come per tutto ci si deve impegnare.

Per questo quello che conta, almeno nella mia esperienza, è stato il “non TED”.

Quello che conta in un TED

I compagni speaker, gli incontri per discutere di quello che era il contributo che volevamo portare, di quello che volevamo trasferire. Consigli, abbracci, high-five, non mollare! Tu sai come dire quello che hai dentro.

Le prove? Esercizio di concentrazione, lavorare su noi stessi, sulle nostre paure, o emozioni. Sulla capacità di raccontare con la voce e con lo sguardo, con un gesto, un gabbiano, un mare infinito o un..materasso.

TEDXLegnano2019 backstage prove speaker Intelligenze non ARtificiali

Il fantastico coach Diego Parassole con cui la parola assume sempre una diversa propulsione e un materasso può diventare un gabbiano. Lui dice di non aver fatto niente. Forse questo è vero. Se mostrarci come essere più naturali, emozionali ma capaci di gestire lo spazio e il tempo, capaci di dire con la forza delle immagini del corpo quello che volevamo trasmettere senza dissonanze, creare una danza comunicativa voce/gesto, allora non ha fatto niente. Ha dato forma alla sostanza.

tedx speaker ester liquori e il coach Diego Parassole

Trovarsi ancora tutti il giorno prima e riascoltarsi tutti, raccontarsi di nuovo, ancora una volta e cercare nei tempi e nei gesti se si sta dicendo abbastanza. Imparare, imparare ancora e..sì, anche avere delle piccole paranoie dell’ultimo momento.

Piccole paranoie da TED Speaker (nessuno è perfetto)

“Ragazzi ma la giacca con la luce farà interferenza coi microfoni?” (Fabio)

“Perché tutti amano i pesci realistici? Perché cercano tutti di trovare una motivazione all’arte?” (Monica)

“Se porto la birra sul palco fa brutto? È così bello brindare idealmente col pubblico! Le macchine non possono farlo.” (Paolo)

“Questa gonna ha dentro tutti i miei bambini, uno per uno con le loro fragilità” (Francesca)

“Parli anche tu dei pregiudizi delle macchine? Grande che citi Tay Bot! Io faccio l’esempio di Amazon” (Federico)

Il giorno del TEDx poi la meravigliosa armata dei volontari, sorridenti, entusiasti, pazienti. Una pacca e un sorriso per tutti, vedendoci tesi e ansiosi.

Le aspettative sono altissime e tu sei lì, dopo aver pensato un milione di vole a quello che vuoi trasferire e aver capito che non importa il contenuto in sé o il modo in sé. È l’insieme, è il voler dire quello che hai da dire, trasferendolo il più possibile come lo senti tu. Non spiegare un concetto o parlare di quello che fai. Piuttosto quello che pensi e come lo senti.

Poi sali sul palco. Dimentichi tutto il resto. Ci sono solo le luci, il pubblico e il tuo cerchio rosso. La tua zona. Quella che farà da amplificatore per i tuoi gesti e la tua voce. In meno di 14 minuti. Vai.

Senza dimenticare Enrico Piacentini, senza cui tutto questo non sarebbe stato possibile. Un attivatore di energie positive.

Un enorme grazie a tutti per questa splendida modalità di crescita personale.

Vuoi vedere dei bei TED? Questi sono 5 che mi hanno ispirata.